Ripartire. Fidarsi. Scegliere
Cari Amici Lettori,
A volte si arriva ad una soluzione ancor prima di pensarla.
Forse è proprio lì, nel punto più scomodo, che si nasconde ciò che serve per rinascere davvero.
Anche quando è scomodo.
Anche quando fa paura.
Perché qualsiasi verità sia sopita, sempre fin lì sarà necessario arrivare per ripartire.
Prendendo coscienza.
Analizzando.
Sviscerando.
Attraversando.
Io non sono né conciliante né rassicurante, però ho imparato ad ascoltare.
Ho ascoltato quel vento di tempesta che scopre le cose sepolte.
Cose che suonano ovvie ma ovvie non lo sono mai.
Che piega e spiega.
Che ti induce ad accettare e a credere.
Che accoglie.
Per cui impari a fidarti del processo, ovunque ti porti.
Qualunque cosa il vento scopra.
Che sembra facile ma non lo è.
Il viaggio, quello vero, è restare svegli.
A guardarci e vedere che siamo tutto il contrario di tutto quello che credevamo.
Io ho l'attitudine a pensare troppo.
A fare sempre il punto della situazione.
A dividere i pensieri a metà.
Nella prima mi fermo a pensarli, nella seconda decido di agire.
Oppure decido di non farlo.
Evadere è una scelta spietata.
Può essere fiato sulla coscienza o soffio gentile.
A volte basta il silenzio, a volte uno sguardo.
Che sposta l’equilibrio.
Che è curioso, disinteressato.
Così onnipotente da poter essere misterioso.
Sfuggente o voluto.
Così da evadere dalle regole, dalle abitudini, dalla monotonia.
Così attento, cercato e restituito.
Così prepotente, necessario, ossessivo.
E si rimane lì, a contemplarsi.
Può essere fiato sulla coscienza o soffio gentile.
A volte basta il silenzio, a volte uno sguardo.
Che sposta l’equilibrio.
Che è curioso, disinteressato.
Così onnipotente da poter essere misterioso.
Sfuggente o voluto.
Così da evadere dalle regole, dalle abitudini, dalla monotonia.
Così attento, cercato e restituito.
Così prepotente, necessario, ossessivo.
E si rimane lì, a contemplarsi.
Non controcorrente ma nonostante.
Ludovica
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