Nella vita cambiano un sacco di cose.
Cari Amici Lettori,
A volte, non sempre, succedono cose.
Ho rivisto lo stesso schizzo di un quadro, che raffigurava un uomo, per tre o quattro volte nella stessa parente, come a seguire una sequenza.
Mi son chiesta come mai un pittore dipinga così tante volte lo stesso volto.
Non sono stata capace di darmi una risposta, lì per lì.
Poi ci ho pensato bene e ho immaginato che ogni nuova volta è una nuova sfida.
Ciò che viene dopo è sempre diverso da ciò che era prima.
Sono tornata a casa e mi sono guardata allo specchio.
Ammetto che lo faccio spesso.
Mi guardo e penso.
E sono quegli stessi pensieri a dare espressione al mio volto.
Attraverso uno specchio passa la vita e il suo significato.
Passano i sorrisi, le lacrime, gli occhi lucidi, le gote un po' arrossate, le occhiaie sempre viola.
Così mi sono data una risposta più sensata, forse.
Che a guardarmi sempre, ogni giorno, scopro qualcosa in più su di me.
A volte migliore, altre volte meno. A volte diversa, altre volte piatta.
Ma quello che si vede è che quello stesso volto mi ha aiutato a chiarire la mia stessa vita.
A riconoscermi e a rinascere. Una, due e tre volte.
A chiedermi il perché di molte cose.
Ad avere la percezione più vera di me.
Ogni giorno e comunque.
A conoscere nel profondo la debolezza e la forza, la sofferenza e l'amore.
Ed ogni cambiamento che ne consegue.
Perché quando succede qualcosa, qualcosa cambia.
Inevitabilmente cambia. A volte sono cose che non esistono.
Ma abitano la mia testa e vengono a trovarmi all’improvviso.
Passano.
Come mani sugli occhi.
Tra le braccia che stringono le ginocchia.
Come una carezza.
E riconoscere queste sensazioni fa paura.
Perché il cambiamento fa paura.
Sconvolge. Ti scompiglia i pensieri, i capelli, la testa.
Io l'ho capito dopo anni che non è sbagliato essere così. O sentirsi così.
Che è giusto accoglierle quelle emozioni.
E che costruire delle impalcature mentali infinite, per sostenere o nascondere delle verità semplici, altro non è che una fatica.
Quando, invece, non è sbagliata quella vertigine iniziale.
Quella che non è quella paura lì. Quella paura che fa paura.
Quindi rivedo un'altra me, un'altra volta ancora. Nuova ma comunque vecchia.
Ma non è più una fatica dover ricominciare ogni volta.
Quindi, io, per non aver paura, me la godo.
Disegnerò anche questa. Mi trasformerò ancora e ancora.
Forse avrò nostalgia, ma non rimpianti.
Senza bisogno di fingere, mi mostrerò debole e dura, senza filtri.
E sono sempre io, che a volte non distinguo, tra la vita che accade e il tour che i miei pensieri compiono nella mia testa.
Ma resta che posso essere chi voglio, in ogni momento.
Lasciare mi emoziona sempre.
Cambiare dà una possibilità all'altra me, e a tutte quelle che ci stanno dentro.
Insieme a quella immensa stratificazione che parte dal profondo del petto e si riflette in quello specchio. Come quegli schizzi lì, in sequenza.
Bisogna avere coraggio per dipingere sul viso ciò che sta dentro.
Sempre più convinti, profondi, precisi.
Per sconvolgere le regole.
Per darsi un tono ed un significato.
E che, per intenderci, quello specchio serve soprattutto per guadarsi dentro.
Non so per voi, ma è bello perdersi in questo impressionistico incantesimo.
Ludovica
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