Lo sterile eco della voce.

 Cari Lettori Reali,

Questa mattina mi trovavo al bar sotto casa a fare colazione in solitaria, un po’ malinconica, un po’ taciturna. 

Ho pensato che per anni cerchi di scappare da un certo grigiore.

Ma anche quel grigio va bene. 

Anche quello è posto in cui stare. 

Senza la folle voglia di scappare. 

La fortuna è avere accanto qualcuno a cui piaccia quel tuo stesso grigio. 

Qualcuno capace di accoglierti, di sentire, di provare.

Perché a sentire rumore, ci si sente meno soli. Il pieno non fa paura come il vuoto. 

E a noi cosa servono le persone vuote? 

Quanto è triste dover pensare di rimanere prigionieri del voto degli altri? 

Quanto è difficile ammettere, al contrario, di non poter offrire la propria profondità alle persone? Ammesso che esista. 

Quanto è umiliante dover lottare per farsi ascoltare da chi, dentro di sé, porta soltanto uno sterile eco di voce? 

La fortuna è avere accanto persone in grado di sorprenderci, di portarci qualcosa di nuovo, di comunicare e condividere. E parlo di uno scambio equo, non di un asservimento finalizzato a qualcosa.  

Sarà un discorso un po’ snobistico il mio, ma col tempo mi sono accorta di quanto sia importante incontrare persone intelligenti. E non quell’intelligenza saccente, quella che ti porta a pensare di dover frequentare solo persone intelligenti. 

Ma persone di quella intelligenza emotiva da far predominare l’emozione, il sentimento, la fantasia, il gusto estetico, la dedizione costante. 

Ce ne accorgiamo solo col tempo. Ma già da subito capiamo se un’anima fa rumore oppure è soltanto uno sterile eco di voce. 


Ludovica

Commenti

  1. Ciao Ludovica, mi piace tutto quello che dici, attorniamoci di persone dalle quali possiamo imparare e migliorare. In poche parole,come diceva mia nonna: "stai cu i mejjiu i tis e fangi i scarpi" . Buonanotte 💝

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